Non lontano dalla consolare Flaminia, furono ritrovati i Bronzi Dorati da Cartoceto di Pergola (I sec. a.C.), in Località Santa Lucia di Calamello, da due contadini il 26 giugno 1946: un gruppo statuario equestre composto da due cavalieri (di uno rimangono solo pochi frammenti), due cavalli e due donne in piedi.
Il lungo restauro del gruppo (1949-1988) ha permesso la ricomposizione di 318 frammenti nei quattro personaggi, due maschili a cavallo e due femminili stanti. Oggi li possiamo ammirare nel Museo a loro dedicato, nel borgo di Pergola, ricco di monumenti e numerose Chiese, fra le quali spicca quella medievale di San Giacomo e di San Francesco, con facciata asimmetrica e portale del XIV secolo.
Prima di lasciare il paese, degustazione di cioccolato e vino di visciole. Sosta a Cantiano e pranzo in ristorante con menù a tema (verranno proposte pietanze risalenti all’epoca romana!).
Avvicinandoci al mare lungo la Valle del Metauro, arriviamo alla Riserva Naturale della Gola del Furlo, attraversata dal fiume Candigliano. Un paesaggio silenzioso e pieno di colori fra le due alte cime rocciose dei monti Paganuccio e Pietralata, ricoperti da querceti con roverella, aceri, sorbi, carpino nero.
In questo paesaggio suggestivo si trova l’Abbazia romana di San Vincenzo del VI sec. A.C., detta di Petra Pertusa (antichissimo nome del Furlo). Passeggiata lungo l’antica strada consolare Flaminia, attraverso la galleria fatta costruire da Vespasiano nel 76 d. C.
Il colore verde smeraldo ci accompagnerà in questo paesaggio inedito!
Percorrendo l’antica strada romana Flaminia, nel punto in cui la valle del Metauro si restringe, trovate “Forum SemproniI”, Fossombrone, una piccola città che si sviluppa in pianura ed in collina e vista da lontano, si presenta come un quadro in cui spiccano i campanili delle chiese principali e le parti superiori dei palazzi nobiliari, dominati dalla Corte Alta dei Montefeltro (sec. XV-XVI).
Ancora più in alto si trova la Cittadella e sul colle di S. Aldebrando, si vedono i ruderi della Rocca malatestiano-feltresca. Ma a 164 miglia da Roma, questa località, che nel I sec. a.c. si trovava nell’attuale frazione di San Martino del Piano, viveva un periodo di grande splendore e Plinio il Vecchio nel II secolo d.C. nella sua “Naturalis Historia” chiama gli abitanti Forosempronienses.
Con il passaggio dei Goti guidati da Alarico, la città fu distrutta e solo con la vittoria dei bizantini di Narsete su Totila nel 552 d.C., essa divento parte dell’Esarcato di Ravenna, quindi Pentapoli annonaria con Urbino, Cagli, Jesi e Gubbio.
Fano vi aspetta…l’antica “fanum fortunae” e vi accoglie con la porta di accesso alla città ed al mare, l’Arco di Augusto. Proprio qui l’antica via Flaminia, in corrispondenza delle mura della città, si inseriva nel decumano massimo della città, marcandone l’inizio. La città vanta siti ipogei di epoca romana di grande interesse storico.
Un percorso che si snoda tra i vicoli, i cunicoli, le gallerie sotterranee della città e che porta alla scoperta di luoghi insoliti e suggestivi di oltre duemila anni fa.
Prima di lasciare la città, passeggiata al porto, con la Marina dei Cesari, le casette colorate dei pescatori capaci di trasmettere la loro storia e passione per il mare.
Sosta al Caffè del Porto per assaggiare la tipica bevanda dei pescatori fanesi…la “moretta”.
Ariminum con l’arrivo dei Romani nel 268 a.C. cominciò ad avere un assetto di tipo Urbano ed in età Augustea, venne impreziosita da monumenti quali la porta Romana: l’Arco d’Augusto, la porta Montanara (ingresso da Rimini sud) quella Marina e Gallica; l’Anfiteatro, il Ponte di Tiberio (nell’antichità il fiume Marecchia da qui sfociava nell’Adriatico, oggi deviato più a nord per problemi di accumulo di detriti che danneggiavano il porto).
Dal 2007 la Domus del Chirurgo, il grande complesso archeologico venuto alla luce nel 1989 e consegnato alla città dopo 18 anni di paziente restauro.
Essa, su due piani, si affacciava direttamente sul mare, arretrato di 1 km rispetto ad oggi.
Molto interessanti sono i reperti e mosaici ritrovati all’interno: ben conservati hanno permesso una fedele ricostruzione della casa, dell’identità del proprietario e di un passato affascinante.
Il reperto forse più eccezionale è una collezione di 150 strumenti chirurgici, da qui l’identità del padrone di casa: un medico militare, Eutyches. Pranzo in antica osteria nel cuore del centro storico con menù a base di pesce “povero” dell’Adriatico.
Partenza per il rientro nel pomeriggio.
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